In ricordo di Gianni Rizzica/Commemorazione del segretario Francesco Nucara

"Aveva il senso dell'innata dignità della politica"

Commemorazione dell'on. Francesco Nucara per Gianni Rizzica.

di Francesco Nucara

Ho perso un amico, un sodale politico, un fratello che mi è stato vicino nei tempi tristi e ha partecipato con me alle gioie, invero poche, che ci ha riservato la nostra attività politica. Gianni guardava alla vita con autoironia e in più di venti anni di conoscenza e di frequentazione assidua, non gli ho mai sentito alzare la voce. Gianni non esercitava il potere, che era in capo a lui sia politicamente che amministrativamente, nella maniera più deteriore che la politica può produrre.

Gianni aveva il senso dell'innata dignità della politica vista come alto magistero al servizio della gente. Gianni aveva la calma dei forti, di chi ha solidi principi morali e politici e di chi sa che oltre certi limiti non si può andare. Gianni è stato un politico atipico in questa città in cui i potenti discutono solo tra di loro.

Se volevi fare un piacere a Gianni, dovevi proporgli di parlare in una scuola, a qualunque grado questa scuola appartenesse, ed è stato lui a trascinarmi prima e ad accompagnarmi dopo nell'Istituto in cui ho concluso la prima parte di studi prima di dedicarmi al lavoro: il "Raffaele Piria".

I giovani sono il terreno di coltura per far diventare grande il nostro Partito Repubblicano Italiano. Come diceva Giovanni Bovio, grande Repubblicano e grande Massone: "la scuola segna i periodi della scienza, forma la riflessione, predetermina il carattere, perché come la ragion pratica così l'intelletto non è separabile dalla volontà. La quale è tenace in quell'ordine di idee che sono passate in convincimento e passione." E in queste parole ritroviamo Gianni Rizzica: convincimento e passione.

Con Gianni ho tanto lavorato in questi anni e tra il viavai della politica lui è sempre rimasto al suo posto. Se non fossi un laico integrale potrei dire che lo è rimasto con una fede incrollabile. Anche quando senza ragione ha dovuto pagare prezzi enormi, perché tali sono stati per una persona perbene, per colpe mai commesse.

La sua passione politica lo ha portato a trascorrere meno tempo di quanto avrebbe voluto con i suoi affetti più grandi, ma egli era un uomo buono e oltre alle mie certezze lo sanno bene l'adorata mamma e l'amato fratello oltre a Saveria, Anna e Lidia che erano sempre nella sua mente e nel suo cuore.

Gianni era un uomo equo e giusto, e in lui vi era semplicità e magnanimità contro le offese che egli dimenticava, ironia bonaria, tenacia e un entusiasmo quasi giovanile. Gianni aveva capito e fatto suo il credo che nella politica, come nell'amicizia, bisogna essere disposti più a dare che a ricevere. Anche se la realtà intorno a te continua a dirti tutto il contrario. Ha continuato la sua opera di amministratore e politico con un coraggio leonino ben sapendo a cosa andava incontro.

Ed in questo l'ho spinto a lottare.

A metà dicembre mi chiese di scrivere per lui la lettera di dimissioni da Vice-Sindaco. Io gli risposi che doveva battersi fino all'ultimo per la sua città.

L'ultimo abbraccio gliel'ho dato la mattina del 9 aprile.

Aveva difficoltà a parlarmi, ma per quaranta minuti mi chiese come andava la campagna elettorale, del mio futuro dopo la stessa e di come fosse andata l'ultima Direzione nazionale del partito. Noi, Gianni, in questi anni pieni di difficoltà politiche abbiamo sentito e sentiamo insieme, perché qualcuno continuerà la nostra storia, l'orgoglio dell'appartenenza al Partito Repubblicano Italiano.

Nella voglia di lottare per conservare nome e simbolo, mentre fuori tutto cambiava, tu sei rimasto al tuo posto, con me, in una battaglia dura e aspra. Quando altri scappavano verso approdi ritenuti migliori tu sei rimasto al tuo posto con la lealtà che tutti ti riconoscono e con la saldezza dei principi morali e politici che erano parte di te stesso, della tua vita.

Quegli stessi principi morali che tu avevi ricevuto fin da bambino nella tua famiglia di origine e che hai sapientemente trasmesso ad Anna e Lidia.

Non vorrei smettere di parlarvi di Gianni, per tenerlo ancora un po' vicino a noi, qui nella nostra dimensione terrena, ma quando un uomo come lui ci lascia occorre solo essere pacificati assieme nel suo ricordo. Voglio chiudere questo mio ultimo discorso con lui e non per lui, ricordando ciò che Carducci, altro grande Repubblicano e Massone disse commemorando Mazzini: "Uomo che tutto sacrificò, che amò tanto e molto compatì e non odiò mai".

Ciao, mio caro Gianni